Lettere della famiglia Mozart

 119. LEOPOLD MOZART A MARIA THERESIA HAGENAUER, SALISBURGO
Vienna, 14 ott. 1767.
Madame!
La mia lettera arriverà certo un poco in ritardo, ma Lei sa come vanno queste cose: si fa presto a perdere un giorno di posta, soprattutto quando si hanno molte cose per la testa.
Tutti noi auguriamo per il Suo imminente (mentre scrivo) e trascorso (mentre legge) onomastico1 tutto ciò che ci auguriamo ognora, da Capodanno a S. Silvestro,2 e che Le augureremo finché avremo vita: ossia quel che giova, anzi bisogna alla nostra felicità terrena ed eterna; ché questo è sufficiente. Noi siamo sempre gli stessi, col che ho detto tutto; abbiamo ricevuto puntualmente la grande corrispondenza.3 La piccola ferita4 del Wolfgang l`abbiamo guarita durante il viaggio con l`opobalsomo5 che la signorina Schnürer6 aveva dato a mia moglie; a questo punto non si vede che un piccolo segno rosso, rimasto tale perché non vi mettiamo sopra niente ed è quindi esposto all`aria e ai lavaggi quotidiani. Ho lasciato al signor Estlinger certe sinfonie da copiare, spero che siano pronte; sono appunto le sinfonie che devo mandare a Donaueschingen.7 Con la prossima posta manderò una lettera per il Principe, 8 cui andranno unite codeste sinfonie da inoltrare poi col postale. Spero che il signor Estlinger mi abbia capito bene. I concerti per 2 pianoforti9 sono per il signor Gesner di Zurigo. Le sinfonie sono per Donaueschingen e i concerti per pianoforte, che il signor Spizeder ha dato da copiare al signor Estlinger, il medesimo signor Estlinger deve consegnarli, una volta copiati, al signor Menhofer, che provvederà anche a pagarlo. Scrivo tutto questo in fretta. Riveriamo tutti ed io resto ora e per sempre il vecchio.
Pare che l`Arciduchessa stia discretamente bene. Ma come stiano davvero le cose non lo sa nessuno.

Solo per il sig. Hagenauer.
Non si meravigli se ritiriamo 4 o addirittura 500 fl., aut Caesar aut nihil.10 Ma non alla Wenzel.11 Forse verrà un giorno, che da solo ci ripagherà di ogni cosa. Non avendo ancora suonato a corte, non abbiamo suonato da nessuna parte, a suo tempo Le racconterò a voce cose stupefacenti; che il signor Mesner non sia ancora partito è facile da indovinare.
Deficiente pecu deficit omne nia.12 Aspetterà un aiuto dal Margravio, giacché l`allievo ha scritto per chiedere denari. Il giorno di S. Francesco13 ovvero domenica, l`Imperatrice è andata con la Principessa sposa dai cappuccini dove si sono confessate e, dopo la s. comunione, sono scese nella cripta per accomiatarsi da tutti i loro padri, fratelli, sorelle e cognate morti14 con 3 ore di devozioni baciapilesche.15 Il cattivo odore etc., l`emozione etc. le provocarono già quello stesso giorno una forte alterazione, e martedì è comparso il vaiolo.


1 15 ottobre.
2 Perifrasi per «tutti i giorni dell`anno».
3 Le lettere a cui allude Leopold sono perdute.
4 La natura della ferita di Wolfgang è ignota.
5 Una resina naturale odorosa, chiamata anche balsamo della Mecca, prodotta dalla Commiphora gileadensis, una pianta simile alla mirra.
6 Probabilmente Josepha Schnürer.
7 Secondo MBA, V, p. 176, si tratta di sei sinfonie di Leopold Mozart. Zaslaw, Mozart`s Symphonies. Context, Performance Practice, Reception, pp. 132-133, ritiene invece che possano essere le K 16, 19, 19a, 19b, 38 e 45 di Wolfgang. Non sono state conservate fonti dell`epoca in grado di risolvere il dubbio, inoltre la K 19b è perduta e non è dimostrabile che sia autentica, né sopravvivono fonti affidabili che dimostrino la circolazione come sinfonia della K 38, overture di Apollo et Hyacinthus. Non sembra che a Donaueschingen siano conservate copie antiche di opere di Mozart, se non una copia del quodlibet Galimathias musicum K 32, intitolata «Sinfonia» e verosimilmente composta in Olanda e lasciata dai Mozart a Donaueschingen nel 1766 (Donaueschingen, Fürstlich Fürstenbergische Hofbibliothek, segnatura 1403), oltre alla copia di una sinfonia di Leopold (LMV VII:D25) recante l`annotazione «1771 compos:». Se questa nota fosse corretta, ne farebbe una fonte successiva alla lettera di Leopold.
8 La lettera di Leopold è perduta.
9 Probabilmente di Wagenseil; si vedano le lettere 41  e 121 .
10 O Cesare o niente, si veda lettera 92 .
11 Non è chiaro cosa intenda Leopold, così come è ignota l`identità di Wenzel.
12 Ove manchi il denaro, tutto manca. La citazione in latino corretto sarebbe «Deficiente pecunia, deficit omne», deformata da Rabelais in Gargantua e Pantagruel (3,41) in Deficiente pecu, deficit omne, nia. Rabelais intendeva parodiare il gusto dell`inutile divisione delle parole (pecu-nia) tipica del poeta latino Ennio. L`epigramma conobbe vasta circolazione dopo la pubblicazione dell`opera di Rabelais nel 1532. Si veda Rabelais, Gargantua et Pantagruel, II, p. 105 (Larousse, Paris, s.d.).
13 4 ottobre.
14 Nell`originale tedesco Schwester (=sorella, al singolare), un probabile errore di Leopold o del copista; la cripta imperiale nella chiesa dei Cappuccini conteneva il corpo delle due sorelle di Maria Teresa: Maria Amalia (Vienna, 5 aprile 1724 - 19 aprile 1730) e Maria Anna.
15 L`espressione apparentemente dispregiativa (nell`originale tedesco: «um sich durch ein 3 Stündige bettschwesterische») è documentata nel dizionario dei Grimm come usata da Gellert fin dalla metà del Settecento. Si veda Grimm Wörterbuch.

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 119 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 13/02/2025.

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Salisburgo (Austria)   
Arcidiocesi di Salisburgo - Sacro Romano Impero


Città e arcidiocesi sulle rive del fiume Salzach; capoluogo della provincia omonima e luogo natale di Mozart. Le sue origini moderne - successive alla caduta dell`Impero Romano - risalgono alla fondazione, nel 696, dell`abbazia di San Pietro da parte di San Ruperto da Worms, e della cattedrale di San Vigilio nel 774. Durante la vita di Mozart, Salisburgo era un`arcidiocesi indipendente, parte del Sacro Romano Impero, e fu governata da due arcivescovi: Siegmund Christoph conte di Schrattenbach (in carica dal 1753 al 1771), primo datore di lavoro di Mozart, e Hieronymus Colloredo (in carica dal 1772 al 1803). Mentre Schrattenbach era un prodigo sostenitore della musica di corte, Colloredo, al contrario, si occupò piuttosto di riformare la liturgia, l`istruzione e il fisco.
Alla musica di corte provvedevano quattro gruppi indipendenti e distinti: i musicisti di corte veri e propri, che si esibivano nella cattedrale, all`Università Benedettina e a corte; i «trombettieri di corte e di campo», che insieme ai timpanisti (di norma dieci trombettieri e due timpanisti) suonavano sia nella cattedrale che a corte provvedendo alle fanfare prima dei banchetti o di altre importanti funzioni civiche; la cappella della cattedrale (Dommusik), formata dai diaconi coristi (Domchorvikaren) e dai coristi (Choralisten), che si esibiva nella cattedrale; e il coro di voci bianche della Cappella (Kapellhaus), che si esibivano anch`essi nella cattedrale ed erano istruiti dai musicisti di corte. Il compito principale dei musicisti di corte era di provvedere, insieme alla cappella della cattedrale e al coro di voci bianche, alla musica nella cattedrale. Nelle occasioni più solenni, i musicisti erano una quarantina o più, numero che veniva ridotto nelle occasioni minori. In aggiunta ai servizi di corte o nella cattedrale, i musicisti di corte si esibivano all`Università Benedettina, dove erano regolarmente allestiti drammi scolastici. Si trattava in origine di rappresentazioni in prosa di stampo pedagogico appositamente concepite dai benedettini, che nel corso del Seicento si erano evolute verso forme operistiche. Il solo contributo di Mozart al genere fu Apollo et Hyacinthus K 38 del 1767. L`Università Benedettina di Salisburgo promuoveva la produzione musicale sia formale che informale, comprese le opere orchestrali su larga scala eseguite in occasione delle cerimonie di laurea di agosto, alle quali Mozart contribuì con le serenate K 203, K 204 e K 320.
Altre istituzioni salisburghesi importanti includevano l`arciabbazia di San Pietro, il monastero femminile di Nonnberg e il Teatro arcivescovile di corte. La musica per le occasioni pubbliche includeva fanfare delle guardie civiche, spesso ingaggiate per suonare ai matrimoni, e bande militari che suonavano durante le marce delle guarnigioni cittadine. Anche i privati cittadini - inclusi i musicisti di corte al di fuori dei loro impegni ufficiali - si dilettavano attivamente in ruoli musicali. Erano frequenti le composizioni in occasione di onomastici e le serenate per celebrare matrimoni - come la serenata K 250 Haffner di Mozart - così come erano frequenti le esecuzioni domestiche. Sia all`interno che all`esterno del principato, mantenevano stretti contatti con la corte di Salisburgo e i suoi musicisti numerose istituzioni musicali, fra le quali in particolare il monastero benedettino di Michaelbuern e il monastero benedettino di Lambach. Bibl.: Birsak e König, Das grosse Salzburger Blasmusik; Dahms, «Das musikalische Repertoire des Salzburger Fürsterzbischöflichen Hoftheaters (1775-1803)»; Eisen, «Salzburg under Church Rule»; Dopsch, Geschichte Salzburgs; Eisen, «Mozart`s Salzburg Orchestras»; Schmid, Mozart und die Salzburger Tradition; Schneider, Geschichte der Musik in Salzburg.