
Verona il sette di Jenuario 1770
Dilettissima sorella,
me la sono proprio presa con te per aver atteso così a lungo, invano, una risposta, e ne avevo anche ben d`onde, giacché non ho ricevuto la tua lettera del 1º
portez vous bien, et aimez moi toujours.
Wolfgang Mozart
LEOPOLD MOZART alla FIGLIA
Bacio te e la mamma mille e mille volte. Se cerchi gli spartiti dei concerti che abbiamo portato con noi
Ti raccomando il clavicembalo.
1 Perduta.
2 Wolfgang conta sul fatto che sua sorella non sia a conoscenza del modo, diverso dal resto d`Europa, con cui all`epoca si indicavano le ore in Italia (Hora Italica). La giornata terminava con il tramonto, al suono dell`Ave Maria della sera: il suono delle campane serviva anche ad avvertire chi era nei campi che era ora di rientrare in città prima che venissero chiuse le porte. Essendo dipendente dal tramonto, l`ora variava con le stagioni e la latitudine. Alla latitudine di Verona, in gennaio, il sole tramonta intorno alle cinque. I Mozart andavano perciò a letto verso le undici e mezzo, mezzanotte.
3 L`allusione di Leopold ai «concerti» non è chiara. All`epoca, gli unici concerti noti di Mozart erano i concerti-pasticcio K 37 e K 39, 40, 41. Alla fine del 1774 o nei primi mesi del 1775 Mozart aveva scritto le cadenze per un concerto in re maggiore di Ignaz von Beecke (K 626a/II/K), e non si può escludere che fosse entrato in possesso del concerto prima dei viaggi in Italia. È tuttavia possibile che Leopold si stia riferendo a non meglio identificati concerti acquistati durante il Grand Tour del 1763-66, o a Vienna nel 1768, o ancora semplicemente a Salisburgo. Da una lettera del 10 novembre 1762, ad esempio, apprendiamo che nello stesso anno Leopold aveva acquistato a Vienna più di venti concerti di Wagenseil (MBA, I, p. 61). È tuttavia improbabile che dei concerti scritti diversi anni prima fossero ancora nel repertorio di Wolfgang, mentre è altamente probabile che i Mozart possedessero un numero considerevole di concerti non più identificabili. Si veda Eisen, «The Mozarts` Salzburg Music Library», pp. 130, 135 e 137.
2 Wolfgang conta sul fatto che sua sorella non sia a conoscenza del modo, diverso dal resto d`Europa, con cui all`epoca si indicavano le ore in Italia (Hora Italica). La giornata terminava con il tramonto, al suono dell`Ave Maria della sera: il suono delle campane serviva anche ad avvertire chi era nei campi che era ora di rientrare in città prima che venissero chiuse le porte. Essendo dipendente dal tramonto, l`ora variava con le stagioni e la latitudine. Alla latitudine di Verona, in gennaio, il sole tramonta intorno alle cinque. I Mozart andavano perciò a letto verso le undici e mezzo, mezzanotte.
3 L`allusione di Leopold ai «concerti» non è chiara. All`epoca, gli unici concerti noti di Mozart erano i concerti-pasticcio K 37 e K 39, 40, 41. Alla fine del 1774 o nei primi mesi del 1775 Mozart aveva scritto le cadenze per un concerto in re maggiore di Ignaz von Beecke (K 626a/II/K), e non si può escludere che fosse entrato in possesso del concerto prima dei viaggi in Italia. È tuttavia possibile che Leopold si stia riferendo a non meglio identificati concerti acquistati durante il Grand Tour del 1763-66, o a Vienna nel 1768, o ancora semplicemente a Salisburgo. Da una lettera del 10 novembre 1762, ad esempio, apprendiamo che nello stesso anno Leopold aveva acquistato a Vienna più di venti concerti di Wagenseil (MBA, I, p. 61). È tuttavia improbabile che dei concerti scritti diversi anni prima fossero ancora nel repertorio di Wolfgang, mentre è altamente probabile che i Mozart possedessero un numero considerevole di concerti non più identificabili. Si veda Eisen, «The Mozarts` Salzburg Music Library», pp. 130, 135 e 137.
Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 153 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 10/02/2025.
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 153 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 10/02/2025.
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