Lettere della famiglia Mozart

 160. Leopold Mozart alla moglie, Salisburgo
Milano, 10 feb. 1770.
Spero che tu abbia ricevuto le mie lettere del 27 gennaio1 e del 3 feb.,2 così come quella da Mantova.3 Ciò che prevedo per certo è che resteremo qui fino alla fine del carnevale. Sua Ecc. il conte von Firmian si sente meglio e mercoledì 7 abbiamo avuto l`onore di pranzare per la prima volta alla sua tavola. Dopo pranzo, Sua Ecc. ha fatto dono al Wolfg. dei 9 volumi delle opere del Metastasio. È una delle edizioni più belle, quella di Torino, ed è rilegata in modo splendido.4 Come puoi ben immaginare, un simile dono è stato graditissimo sia a me sia al Wolfg. Sua Ecc. è stato fortemente colpito dalle capacità del Wolfg. e ci ha usato favore e distinzione particolari; sarebbe troppo lungo raccontarti nei dettagli quali prove della propria scienza abbia dato il Wolfg. alla presenza del Maestro Sammartino e di una moltitudine di persone fra le più competenti, facendo strabiliare tutti. Tu comunque sai già che cosa accade in queste occasioni, l`hai visto assai spesso. Noi, grazie a Dio, siamo in salute.
Mi dispiace solo non sapere se andremo a Torino. Ché, se vogliamo essere a Roma per la Settimana Santa, bisogna che rinunciamo al viaggio a Torino, giacché lungo il tragitto per Roma faremo sosta a Parma, Bologna e Firenze, e io prevedo di non poter partire da qui se non nel corso della prima settimana di Quaresima. La cosa migliore è che qui abbiamo un alloggio sicuro, comodo e piacevole.5 Abbiamo avuto a lungo un tempo splendido, ma il 6 è arrivato un gran vento, che è diventato ancora più forte durante la notte del 7 e ha portato con sé una nevicata così copiosa che la mattina dell`8 tutto era ricoperto da uno spesso manto di neve. Ma poiché la neve qui non dura, le strade sono spaventosamente fangose e quindi a malapena praticabili.
Nel frattempo, qui abbiamo avuto occasione di ascoltare diverse musiche sacre; tra l`altro, ieri, l`ufficio funebre o Requiem per il vecchio Marquese Litta, morto proprio in questi giorni, a carnevale, a dispetto della sua grande famiglia che l`avrebbe invece volentieri lasciato in vita fino alla Quaresima. Il Dies irae di questo Requiem è durato circa 3 quarti d`ora, verso le 2 del pomeriggio la funzione funebre era finita: abbiamo quindi pranzato alle 2 e mezzo.
Non mi chiedere di descriverti le funzioni religiose di qui; la rabbia me lo impedirebbe: tutto è incentrato sulla musica, e sullo sfarzo delle chiese, il resto è solo ignobile e sguaiato.
Vengo appunto dai vespri, che sono durati più di 2 ore, sicché ho avuto solo il tempo di prendere da casa questa lettera e di terminarla presso il sig. maggiordomo in casa del conte Firmian, giacché prima volevo anche vedere se non fosse per caso arrivata una tua lettera: ma non ho trovato nulla. Sei molto pigra; siamo qui già da lungo tempo e questa è la terza lettera che ti scrivo da Milano, e ancora nessuna risposta. Non trovo miglior soluzione che cessare a mia volta di scriverti per alcune settimane. Ogni giorno di posta il Wolfg. si rallegra all`idea di vedere una tua lettera, e invece non arriva niente. addio. Sono il vecchio Mzt
I miei, ovvero i nostri omaggi a tutti i buoni amici e alle amiche secondo il loro merito.

AGGIUNTA DI MOZART
Parla del diavolo e ne vedrai le corna: io sto bene, grazie a Dio, e non vedo l`ora di avere una risposta, bacio la mano alla mamma e mando a mia sorella un bacio con lo schiocco, e rimango il vostro. . . . ma chi?. . . . il vostro hanswurst,6 Wolfgang in Germania Amadeo in Italia De Mozartini.

AGGIUNTA DI LEOPOLD MOZART
Bacio te e la Nannerl: ma solo una volta visto che non scrivete nulla.
Mr. Troger ti manda i suoi saluti: di` alla Madssle Troger, nel porgerle i miei omaggi, che sono obbligatissimo al suo sig. fratello per averci trovato un così buon alloggio, dove siamo provvisti di ogni bene e abbiamo uno dei frati a nostra disposizione.


1 Lettera 157.
2 Lettera 159.
3 Lettera 155.
4 Si veda Töpelmann, «The Mozart Family and Empfindsamkeit», p. 151 n. 770. Negli anni di Vienna Mozart possedeva l`edizione edita a Venezia da Antonio Zatta, 1782-84; si veda MDB, p. 602.
5 A Milano i Mozart alloggiarono presso il Convento degli Agostiniani annesso alla Chiesa di San Marco; si vedano gli Appunti di viaggio di Leopold: «Milano Nel Convento di S: Marco» (MBA, I, p. 321).
6 Personaggio comico tradizionale del teatro e della letteratura di lingua tedesca.

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 160 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 12/10/2024.

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Pietro Metastasio (Pietro Trapassi)  

Roma (Italia) 03/01/1698 - Vienna (Austria) 12/04/1782


Ruoli/titoli:


Poeta
Librettista
Poeta cesareo

Della sua prima educazione a Roma si occupò il cardinale Pietro Ottoboni; Gianvincenzo Gravina, cofondatore nel 1690 dell`Accademia dell`Arcadia, proseguì il compito, adottandolo nel 1708 e grecizzando il suo nome da Trapassi a Metastasio. Nel 1719 si trasferì a Napoli, dove la sua carriera fiorì grazie a opere scritte per influenti membri dell`aristocrazia e a opere serie musicate da compositori italiani di primo piano, fra i quali Vinci, Porpora e Sarro. Nel 1730, su invito della corte, si stabilì a Vienna dove ricevette la nomina di poeta cesareo. Con il passaggio del teatro di corte a impresari privati, e l`evoluzione del gusto dall`opera italiana a quella francese e in seguito tedesca, l`opera metastasiana lasciò la scena viennese intorno al 1765 per non farvi ritorno che per un breve revival negli anni novanta, sotto Leopoldo II. Metastasio è noto soprattutto per i 27 libretti di opere serie. Mozart lo conosceva bene fin da piccolo: i suoi primi lavori vocali conservati, le arie «Va, dal furor portata» K 21 e «Conservati fedele» K 23, così come la sua ultima opera, La clemenza di Tito K 621, sono basati su testi di Metastasio. I due si incontrarono a Vienna nel 1767-68, quando il poeta sostenne La finta semplice K 51. Nel 1770, a Milano, Mozart ricevette in dono dal conte Firmian l`edizione completa delle opere di Metastasio (Torino, 1757-68), dalla quale trasse il suo «Per pietà, bell`idol mio» K 78, le due scene «Misero me... Misero pargoletto» K 77 e «Oh, temerario Arbace... Per quel paterno» K 79, e le arie «Se ardire, e speranza» K 82, «Se tutti i mali miei» K 83, «Fra cento affanni» K 88 e forse (se autentica) «Non curo l`affetto» K 74b. Metastasio fece aggiunte e alterazioni al testo del Lucio Silla K 135 e nel 1771 e 1772 rispettivamente Mozart musicò a Salisburgo altri due suoi testi: l`oratorio La Betulia liberata K 118 e l`azione teatrale Il sogno di Scipione K 126. Infine a Monaco, nel 1775, musicò il suo Il re pastore in forma di serenata. Altre composizioni su testi metastasiani includono il perduto «Misero tu non sei» K 73A, le arie «Alcandro, lo confesso... Non so, d`onde viene» K 294 e K 512, «Basta, vincesti... Ah non lasciarmi» K 295a, «Ma, che vi fece, o stelle... Sperai vicino il lido» K 368, «Misera, dove son!... Ah! non son`io che parlo» K 369, «Così dunque tradisci... Aspri rimorsi atroci» K 432, «Ah se in ciel, benigne stelle» K 538, e le canzonette K 436, 437, 438, 439 e K 549. Bibl.: Pinamonti (a c. di), Mozart, Padova e la Betulia liberata; Knighton e Burden, «Metastasio, 1698-1782»; Hilscher e Sommer-Mathis, Pietro Metastasio, uomo universale (1698-1782).