Lettere della famiglia Mozart

 193. Leopold Mozart alla moglie, Salisburgo
Roma, addì 27 junii 1770.
Ieri alle 8 di sera siamo giunti qui a Roma; il viaggio con il postale è durato 27 ore, mentre con il Vitturino ci sarebbero voluti 4 giorni e mezzo. Ma abbiamo proprio volato. Il sig. conte v. Kaunitz è arrivato solo oggi: ho creduto fosse meglio viaggiare da solo, perché spesso alle stazioni di posta non ci sono molti cavalli, quindi si ha l`onore di starsene seduti per una mezza giornata alla stazione di posta ad attendere il ritorno dei cavalli; per di più sapevo che S. Ecc. il sig. generale Koch si sarebbe recato a Roma con 5 cavalli e un signore inglese con 7. Siamo quindi partiti da Napoli soli, e io mi sono spacciato ovunque per il maggiordomo del legato imp. perché da quelle parti i maggiordomi di tali signori sono tenuti in grande considerazione. Questo non solo ha reso il mio viaggio più sicuro, ma ho pure ottenuto buoni cavalli, servizio rapido, e a Roma non ho dovuto passare il controllo doganale, anzi alla porta mi hanno rivolto un complimento ossequioso dicendo che proseguissi pure direttamente verso casa, e io, assai compiaciuto, ho gettato loro qualche paolo. Dal momento che durante le 27 ore del nostro viaggio abbiamo dormito solo 2 ore e abbiamo mangiato, in carrozza, null`altro che 4 polli arrosto freddi con un pezzo di pane, puoi facilmente immaginarti quanto fossimo affamati, assetati e assonnati. La nostra buona signora Uslenghi ci ha offerto del buon riso cucinato a dovere e noi non abbiamo preso che un paio di uova ben cotte a testa etc. e, appena arrivati nella nostra stanza, il Wolfg. è sprofondato in una poltrona e ha iniziato immediatamente a russare e a dormire così profondamente che io l`ho spogliato del tutto e l`ho messo a letto, senza che desse il minimo segno di essere sul punto di svegliarsi, anzi, continuava a russare sebbene l`abbia sollevato dalla poltrona e poi l`abbia rimesso giù e alla fine sia stato costretto a trascinarlo, completamente addormentato, fino al letto. Quando, dopo le 9, si è svegliato, non sapeva dov`era e come era arrivato a letto; e sicuramente è rimasto sdraiato per tutta la notte nella stessa posizione. Siamo dunque, grazie a Dio, in buona salute. Domani e dopodomani vedremo i fuochi d`artificio, la girandola e tutti gli altri begli [spettacoli] di quel tipo e poi la consegna del tributo napoletano,1 e la messa e i vespri a S. Pietro. Che il sig. Meissner, a quel che mi scrivi, non sia ancora arrivato mi sorprende parecchio; ma ancor di più mi sorprende che egli non abbia scritto a Salisb. se fosse vero che non è ancora giunto perché è malato. Io non so nulla di lui. La Mdsle Troger non è dunque ancora partita? Suppongo che questa lettera arriverà ben per tempo perché tu possa ancora rivolgerle i miei ossequi. Non devi rispondere a questa lettera fintanto che non ti scriverò nuovamente. Frattanto devi aver ricevuto le mie lettere del 5, 9 e 16 giugno da Napoli. Le tue lettere, finora, le ho ricevute tutte. A Napoli l`Impreßario Sgr. Amadori, dopo aver visto e ascoltato il Wolfg. da Jomelli, gli offrì di scrivere un`opera per il Teatro Reale à S. Carlo. Cosa che però non potemmo accettare per la faccenda di Milano.2 Allora l`Impreßario affermò di capire bene che, per un`unica opera, non valeva la pena di viaggiare fino a Napoli: ma che auspicava e sperava che, prima o poi, il Wolfg. avrebbe scritto un`opera per Bologna o Roma; ci ha pregati di dargliene notizia perché, in quel caso, gli manderebbe subito la Scrittura per il theatro Reale. Il sig. Hornung ha chiesto delle arie. Puoi dargli tutto quello che vuole. Anche al sig. Spitzeder, se vuole qualcosa. Devono solo scegliere; purché a suo tempo ce le restituiscano.
Tu e la Nannerl statemi bene, vi baciamo 1000 volte e sono
il tuo vecchio
Mozart
Ogni bene a tutti gli amici e le amiche, dentro e fuori casa.
Il sig. Meuricoffre era presente alla nostra partenza. Ci ha reso dei favori da vero amico. L`ultimo giorno ci ha procurato centoventicinque ducati, divisi in Romani, Cigliati e Zecchini per permetterci di cambiare e eliminare perlomeno la maggior parte delle once napoletane o oncie d`oro, che non sono accettate al di fuori di Napoli.


1 Il 28 giugno, vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo, e il giorno successivo, si svolgeva a Roma una delle feste più popolari. La festa includeva l`illuminazione della cupola di San Pietro, la `Girandola`, sistema di fuochi d`artificio attivati da un macchinario pirotecnico a movimento rotatorio, e la cosiddetta Festa della Chinea, celebrata per la prima volta il 28 giugno 1265, giorno in cui il papa Clemente IV investì Carlo I d`Angiò del titolo di re di Sicilia. In segno di augurio e fedeltà, il gran conestabile del Regno di Napoli offriva al papa una cavalla bianca - detta appunto chinea - che portava sulla sella un vaso d`argento contenente il tributo annuale del Regno di Napoli.
2 Cioè a causa della già accettata commissione per Mitridate, re di Ponto K 87.

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 193 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 04/12/2024.

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2 Cioè a causa della già accettata commissione per Mitridate, re di Ponto K 87.