Lettere della famiglia Mozart

 68. LEOPOLD MOZART A LORENZ HAGENAUER, SALISBURGO
solo per Lei
Bruxelles, 4 9bre 1763
Lei ha avuto la bontà e la fiducia da me immeritata di darmi una lettera di credito1 per Mr. Calligari, per un totale di 500 fl. Questi me l`ha suddivisa e mi ha dato una lettera di credito di 300 fl. per Strasburgo, e un`altra di 200 fl. per Francoforte: a Francoforte ho ricevuto 100 fl., e il motivo glielo spiegai nella mia lettera da Coblenza.2 Ora sono quasi 3 settimane che siamo trattenuti a Bruxelles,3 e il principe Carlo mi ha parlato personalmente dicendomi che tra qualche giorno intende ascoltare i miei figli, eppure non se ne è ancora fatto niente; anzi, tutto fa pensare che non se ne caverà nulla perché il sig. principe non fa altro che andare a caccia, rimpinzarsi, trincare, e alla fine verrà fuori che non ha un soldo. Nel frattempo non ho potuto trovare un modo garbato né per partire da qui, né per dare un concerto, poiché, per espresso volere del principe, debbo aspettare la sua decisione. È facile immaginare che avrò da pagare un bel conto all`hotel; e per il viaggio a Parigi dovrò avere almeno 200 f. in saccoccia. Ho anche dovuto far rimpiazzare le 2 ruote piccole e l`asse anteriore, altrimenti mi sarebbe potuto toccare l`onore di rimanere piantato sulla strada lastricata in Piccardia. È pur vero che qui nel frattempo ho ricevuto diversi doni preziosi, che però non voglio convertire in denari.
Il Wolfgangerl ha ricevuto 2 magnifique spade, l`una dall`arcivescovo di Malines, conte v. Frankenberg, la 2a dal general comte de Ferraris. La bambina ha ricevuto dei pizzi olandesi dall`arcivescovo; da altri cavalieri scialli, mantelli etc. Con le tabatieres, gli etuis ed altre cose consimili potremo presto allestire una bancarella. Ora, sebbene lunedì prossimo4 abbia speranza di fare un buon bottino di talleri sonanti e louis d`or, dal momento che vi sarà un grande concerto, poiché d`altro canto bisogna sempre prendere delle precauzioni, La prego di aver la bontà di acconciare le cose in modo che a Parigi io ottenga tramite il sig. Hafner, al quale invio i miei più cortesi omaggi, oppure tramite qualcun altro, una lettera di credito, dimodoché, se in caso di estremo bisogno mi occorressero più denari e dovessi fare un debito qui, arrivando a Parigi io lo possa subito saldare facendo trasferire i danari a Bruxelles. Certo, ho ancora una lettera di credito5 per 100 f. del sig. borgomastro Paul Kahr et fils di Aquisgrana per Madame veuve Matt Nettine a Bruxelles, ma ciò è anche tutto, ed io non posso sapere che cosa potrebbe capitarci. Spero, anzi sono quasi sicuro che Parigi mi ricompenserà di tutto multiplicando.6 Avevo ancora una lettera di credito e di raccomandazione del sig. Provino, ma essa è stata annullata ad Aquisgrana, perché il sig. Eschweiler, al quale era indirizzata a Colonia, me l`aveva girata sul sig. Pastor e figlio ad Aquisgrana. Senonché questo sig. Pastor è un fabbricante di panni e quindi non ha corrispondenza né con la Francia né con Bruxelles.
Nella scatola in cui si trovano i nostri gioielli e tesori del Perù7 troverà 200 fl. in talleri bavaresi: li prenda e mi accrediti un pari importo, finché a suo tempo io ed i miei figli potremo renderle conto di tutto, e ringraziarla della Sua gran bontà.
Se Salisburgo si è meravigliata dei miei figli, tutti ne resteranno sbalorditi se Iddio ci consentirà di tornare; a propos, i ritratti dei miei figli non sono ancora nelle Sue mani?8 - - - Madame Spiseder ha partorito felicemente?9 - - - la Sua signora consorte 10 non è per caso in dolce attesa? Chi è il vescovo di Seckau? come si trova il Suo sig. figlio Joseph a Venezia? il Tiboni parla tedesco?
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Oggi 4 9bre, mentre stavo per spedire la lettera alla posta, ricevo la Sua insieme con l`inclusa di M.lle Joli.11 Le risponderò da Parigi; frattanto io e i miei inviamo umilissimi omaggi alle loro signorie,12 mentre a lei porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti per la sua amichevole premura. Ora, se mi scriverà a Parigi, non dovrà più servirsi dell`indirizzo indicato in questa lettera, indirizzi invece la corrispondenza alla contessa van Eyk. Per precauzione mi ero già fatto procurare un alloggio, che disdirò con la posta odierna. Al contempo scriverò personalmente alla contessa Vanek.
Allego qualche esempio di lingua francese e brabantina.13 Qui non si sente altro, fatto salvo per alcuni tedeschi giunti qui a corte da Vienna. Oggi a teatro c`è un ballo in masquera aperto al pubblico, ma noi, in quanto stranieri, ci andremo senza masquera.14 Il sig. conte Coronini, ottimo amico nostro, che viene da noi tutti i giorni, ne è il comisarius.15


1 Perduta.
2 Si veda la lettera 64  circa i costi del viaggio.
3 I Mozart erano arrivati a Bruxelles il 4 ottobre, e presero alloggio all`Hotel d`Angleterre.
4 7 novembre; ma si veda la lettera 73 .
5 La lettera di credito di Leopold è perduta.
6 Moltiplicato.
7 Il Perù era all`epoca una metafora per alludere a ricchezze e tesori; si veda, ad esempio, Johann Wilhelm von Archenholz, A Picture of England Containing a Description of the Laws, Customs, and Manners of England (Dublin, 1790), p. 235: «La maggior parte dei musicisti stranieri che visitano Londra poi vi rimane; poiché in realtà quella grande città è per loro un PERU, scelgono di non privarsi del lucrativo monopolio di cui godono per quanto riguarda la loro professione».
8 Presumibilmente i ritratti di Wolfgang e Nannerl in abito di gala, forse di Pietro Antonio Lorenzoni; si vedano le lettere 34  e 35 .
9 Forse un`allusione alla figlia di Spitzeder, Maria Elisabeth Bernardina, morta alla nascita il 20 agosto 1763.
10 Non si hanno prove che Maria Theresia Hagenauer fosse incinta all`epoca.
11 Sia la lettera di Hagenauer che quella di Rosalie Joly a Leopold sono perdute, così come le sue possibili risposte.
12 Johann Georg Anton Felix Arco e sua moglie Maria Josepha Viktoria, la cui domestica Rosalie Joly aveva procurato ai Mozart l`ospitalità a Parigi presso Maximilian Emanuel Franz van Eyck e sua moglie Maria Felicitas Arco; si veda la lettera 62 .
13 Perduti.
14 Si veda la Gazette des Pays-Bas del 7 novembre 1763.
15 Recte: commissarius (=organizzatore).

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 68 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 30/10/2024.

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Venezia (Italia)   
Repubblica di Venezia


Repubblica indipendente fino al 1797 e città musicale per eccellenza, aveva legami sia musicali che commerciali con Salisburgo. Joseph Hagenauer, figlio di Johann Lorenz, vi imparò le pratiche commerciali e numerosi cantanti salisburghesi, tra cui Maria Anna Braunhofer e Maria Maddalena Lipp, studiarono allo scomparso Ospedale della Pietà, allora convento, orfanotrofio femminile e scuola di musica. Nel 1766, sulla via del ritorno della famiglia a Salisburgo, Leopold Mozart avrebbe voluto passare da Milano e Venezia, ma alla fine decise altrimenti. Mozart e suo padre vi si recarono poi nel marzo del 1771, durante il primo dei viaggi in Italia. All`epoca di Mozart i principali teatri erano il Teatro San Benedetto, il Teatro Tron a San Cassiano, il Teatro San Moisè, il Teatro Vendramin di San Salvador, il Teatro San Samuele, il Teatro San Giovanni Grisostomo. La cattedrale di San Marco era il luogo cardine per la musica sacra, ma numerose chiese parrocchiali, conventi e monasteri ricoprivano un ruolo attivo in campo musicale. Altri luoghi di esecuzione pubblici e privati includevano ulteriori teatri, confraternite mercantili, residenze nobiliari, e soprattutto gli ospedali, che come l`Ospedale degli Incurabili, quello dei Mendicanti, quello dei Derelitti (detto anche Ospedaletto) e quello della Pietà, si occupavano dell`educazione delle ragazze orfane e coltivavano una cultura di virtuosismo musicale. I Mozart soggiornarono a Venezia dall`11 febbraio al 12 marzo 1771, alloggiati a Casa Ceseletti (Ca` Falletti). Mozart diede un concerto pubblico a Palazzo Maffetti il 5 marzo 1771. Bibl.: Norwich, A History of Venice; Caffi, Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S Marco in Venezia (dal 1318 al 1797); Cattelan, Mozart. Un mese a Venezia; Arnold, «Orphans and Ladies: the Venetian Conservatoires (1690-1797)»; Passadore Francesco (a cura di), La Musica nel Veneto dal XVI al XVIII secolo; Gillio: «La stagione d`oro degli Ospedali veneziani tra i dissesti del 1717 e 1777»; Bauman: «Musicians in the Marketplace: the Venetian Guild of Instrumentalists in the Later Eighteenth Century»; Mancini, Muraro e Povoledo, I teatri del Veneto; Basso, I Mozart in Italia, pp. 463-468.