Lettere della famiglia Mozart

 227. Leopold Mozart alla moglie, Salisburgo

Milano, 5 gennaio anno dietro come davanti, e
doppio nel mezzo (1771)

Trovo a malapena il tempo per scriverti, perché siamo tutti i giorni all`Opera e quindi andiamo a dormire all`1 e mezzo e perfino alle 2 di notte, perché dopo l`Opera vogliamo anche mangiare qualcosa; la mattina quindi ci svegliamo tardi e le giornate, che ora sono già di per sé molto corte, diventano ancora più brevi. Avremmo così tante visite da fare, che non sappiamo come venirne a capo. Giovedì abbiamo pranzato presso Madame v. Asteburg, già Trogermariandl, che ci ha ospitato con il massimo sfarzo, servendoci i canederli di fegato e i salcrauti che il Wolfg. aveva chiesto, oltre ad altre buone pietanze, fra cui c`erano anche un eccellente cappone e un fagiano. Ieri c`è stato un piccolo concerto da Sua Ecc. il conte Firmian, durante il quale il sig. Dr. Prittj ha eseguito una cantata e ha dato da suonare al Wolfg. un nuovo concerto, bello e difficile.1 Ci ha trasmesso i vostri compl. e ci narrato tutto quello che era accaduto, lodando molto la Nannerl. Oggi pranziamo di nuovo da Sua Ecc.; e l`11 o il 12 venturo ci recheremo a Torino, dove ci tratterremo però solo 8 giorni circa, per poi tornare a Milano, dove prima faremo per bene i bagagli, e poi andremo a Venezia. A quel punto il nostro soggiorno a Milano non dovrebbe prolungarsi per più di 4 giorni: e vi vedremo la rappresentazione della 2a Opera. L`Opera di nostro figlio continua a raccogliere unanimi consensi, ed è, come dicono gli italiani: alle Stelle! Già dalla 3a recita siamo stati ora in platea, ora nelle logge o Balchi come ascoltatori e spettatori, ove tutti erano desiderosi di parlare con il Sgr. Maestro e di vederlo da vicino: Per tutta la durata dell`Opera ci spostiamo ora qui ora là, a piacer nostro. Perché il Maestro è tenuto a dirigere l`opera nell`orchestra solo per 3 sere; in quel caso al 2o clavicembalo sedeva il Maestro Lampugnani, che, ora che il Wolfg. non suona più, è al primo clavicembalo, mentre il Maestro Melchior Chiesa suona il secondo. Un 15 o 18 anni or sono, quando Lampugnani scriveva così tanto in Inghilterra e Melchior Chiesa in Italia e io avevo ammirato le loro arie d`opera e le loro sinfonie, se qualcuno mi avesse detto: questi uomini serviranno la musica di tuo figlio e, quando lui lascerà la tastiera, loro dovranno sedersi al suo posto e suonare l`accompagnamento della sua musica, io l`avrei preso per matto e l`avrei spedito dritto filato al manicomio. Possiamo così vedere che cosa faccia di noi esseri umani l`onnipotente Iddio, quando non seppelliamo i talenti che egli benevolmente ci concede.
Scrivimi regolarmente ogni venerdì e manda, come di consueto, le lettere al sig. Troger finché non ti darò altre istruzioni.
Vorrei anche sapere quando avrà precisamente luogo il giubileo di Sua Grazia il Princ., nostro grazioso signore.2 Se riesci a informartene scrivimelo: mi servirebbe saperlo per diverse ragioni.
Allego qui le gazzette del luogo,3 che ho ricevuto or ora. Proprio alla fine troverete l`Opera.
I miei ossequi a tutta Salisb., vi baciamo 1 000 000 di volte e sono il vecchio
Mozart
Ti prego di spedire queste gazzette a Sua Grazia il Princ., devi semplicemente portarle da Sua Ecc. il maggiordomo maggiore.


1 Non identificato.
2 Il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale dell`arcivescovo Siegmund von Schrattenbach si sarebbe dovuto celebrare il 10 gennaio 1773, ma l`arcivescovo morì il 16 dicembre 1771. Il sogno di Scipione K126 di Mozart era originariamente destinato a questa occasione, ma in realtà fu probabilmente utilizzato - con modifiche testuali - per celebrare l`elezione di Hieronymus Colloredo ad arcivescovo nell`aprile 1772; si veda NMD, p. 22.
3 Presumibilmente queste includevano la già citata Gazzetta di Milano del 2 gennaio 1771; si veda anche la lettera 225 . Non sono note altre recensioni.

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 227 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 12/10/2024.

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Venezia (Italia)   
Repubblica di Venezia


Repubblica indipendente fino al 1797 e città musicale per eccellenza, aveva legami sia musicali che commerciali con Salisburgo. Joseph Hagenauer, figlio di Johann Lorenz, vi imparò le pratiche commerciali e numerosi cantanti salisburghesi, tra cui Maria Anna Braunhofer e Maria Maddalena Lipp, studiarono allo scomparso Ospedale della Pietà, allora convento, orfanotrofio femminile e scuola di musica. Nel 1766, sulla via del ritorno della famiglia a Salisburgo, Leopold Mozart avrebbe voluto passare da Milano e Venezia, ma alla fine decise altrimenti. Mozart e suo padre vi si recarono poi nel marzo del 1771, durante il primo dei viaggi in Italia. All`epoca di Mozart i principali teatri erano il Teatro San Benedetto, il Teatro Tron a San Cassiano, il Teatro San Moisè, il Teatro Vendramin di San Salvador, il Teatro San Samuele, il Teatro San Giovanni Grisostomo. La cattedrale di San Marco era il luogo cardine per la musica sacra, ma numerose chiese parrocchiali, conventi e monasteri ricoprivano un ruolo attivo in campo musicale. Altri luoghi di esecuzione pubblici e privati includevano ulteriori teatri, confraternite mercantili, residenze nobiliari, e soprattutto gli ospedali, che come l`Ospedale degli Incurabili, quello dei Mendicanti, quello dei Derelitti (detto anche Ospedaletto) e quello della Pietà, si occupavano dell`educazione delle ragazze orfane e coltivavano una cultura di virtuosismo musicale. I Mozart soggiornarono a Venezia dall`11 febbraio al 12 marzo 1771, alloggiati a Casa Ceseletti (Ca` Falletti). Mozart diede un concerto pubblico a Palazzo Maffetti il 5 marzo 1771. Bibl.: Norwich, A History of Venice; Caffi, Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S Marco in Venezia (dal 1318 al 1797); Cattelan, Mozart. Un mese a Venezia; Arnold, «Orphans and Ladies: the Venetian Conservatoires (1690-1797)»; Passadore Francesco (a cura di), La Musica nel Veneto dal XVI al XVIII secolo; Gillio: «La stagione d`oro degli Ospedali veneziani tra i dissesti del 1717 e 1777»; Bauman: «Musicians in the Marketplace: the Venetian Guild of Instrumentalists in the Later Eighteenth Century»; Mancini, Muraro e Povoledo, I teatri del Veneto; Basso, I Mozart in Italia, pp. 463-468.