Lettere della famiglia Mozart

 49. LEOPOLD MOZART A LORENZ HAGENAUER, SALISBURGO
Monsieur mon trés cher ami, Wasserburg, 11 giugno 1763
Questo sì che è viaggiare a passo di lumaca! - - ma non per colpa nostra. A 2 ore da Wasserburg ci è andata a pezzi una ruota posteriore. E così eccoci fermi. Per fortuna il tempo era bello e sereno, e per ancor maggior fortuna c`era un mulino nei paraggi. Son venuti in nostro soccorso con una ruota troppo piccola, ed anche troppo larga di mozzo. Ma siamo stati contenti d`avere almeno quella, e abbiamo abbattuto un alberello per legarlo davanti alla ruota affinché non si sfilasse; la ruota rotta, l`abbiamo fatta a pezzi per trarne le parti in metallo; il cerchione l`abbiamo dovuto legare sotto il cassone della carrozza, per poterlo portare via con noi. Questi sono i fatti principali che ci hanno trattenuti lungo la strada per più di un`ora. Il resto del cammino io e Sebastian1 l`abbiamo fatto, con l`aiuto di Dio, per pedes apostolorum 2 onde non procurare col peso dei nostri corpi altro danno alla vettura malandata. Saremmo dovuti giungere a Wasserburg verso le 10, e invece abbiamo dovuto dirci contenti d`esservi arrivati alle 12 e un quarto.3 Abbiamo chiamato un carpentiere e un fabbro perché ci facessero una nuova ruota. Si dovette saggiare il polso anche dell`altra ruota. I vota unanimia del consilii 4 hanno concluso che anche questa ruota correva decisamente il rischio di cedere improvvisamente al primo sobbalzo. Ho dovuto dar loro retta, tanto più che i signori dottori delle vetture e perfino il sig. doctor Niderl in persona me lo avevano predetto il giorno prima della partenza.
Ci è stato detto che avremmo riavuto la carrozza stamattina, e quindi che ce l`avrebbero restituita dopo un giorno e una notte. - - ma sì! Nemmen per sogno! - speravamo di poter proseguire dopo pranzo - - invano! Il carpentiere spaccava e tagliava; il fabbro metteva tutto a ferro e fuoco e picchiava sodo. Quest`ultimo ci avrebbe rapidamente rimesso in piedi e in moto l`ammalata, se l`altro gliel`avesse passata prima. Che fare? - - pazientare nostro malgrado! e lo stesso vale anche per l`istante in cui scrivo queste righe: perché prima di notte la cura non sarà finita. Il che vuol dire: mettiti comodo e rimani qui anche stanotte. Ma il peggio sono le spese. Quanto meno avrò l`onore di provvedere al vitto di cavallo e cocchiere. Sant`Iddio: meglio dieci ruote che un piede o qualche dito. Siamo, grazie a Dio, in buona salute, come spero sia anche La Signoria Vostra, tutta la Sua famiglia, e inoltre i miei buoni amici, ai quali invio i miei omaggi. Rivolgiamo un ossequio particolare alla Sua sig.ra consorte; e la preghiamo di darsi la pena di cercare nell`armadio dello studiolo, sopra e al centro, dove troverà una scatola con qualche dolciume e un pezzo di panpepato avvolto nella carta. La prego di mangiare tutto quel che dovesse capitarle sotto mano: altrimenti si guasta. Troverà anche, nella stanza di mezzo, nell`armadio alto dietro la porta, due vecchie gonne nere smangiate dalle tarme e un contusch di canefas 5 cucito con lana inglese: la signora consorte regali tutto a qualche povero bisognoso: ed anche quant`altro di vecchio trovasse, piuttosto che lasciarlo in pasto alle tarme.
Il vetturino La prega di far sapere a casa che spera di rientrare la sera di martedì prossimo: perché domani sera, a Dio piacendo, speriamo di essere a Monaco. Di conseguenza egli impiegherà poi 2 giorni per rientrare a casa con i soli cavalli. L`ultima novità è che, per passare il tempo, siamo saliti su all`organo,6 dove ho spiegato a Wolferl l`uso della pedaliera. Nel che egli si è poi stante pede 7 cimentato: scostando lo sgabello, ha preludiato in piedi calcando i pedali come se non avesse fatto altro che praticarlo da mesi. Tutti si sono meravigliati, è una nuova grazia di Dio, che taluni ottengono solo dopo molta fatica. Inviamo i nostri omaggi e io devotamente resto il Suo
umilis. serv.
Mozart
P.S.: oggi a mezzogiorno è venuto nella locanda un tale di Braunau, ed io l`ho ascoltato con stupore mentre raccontava al nostro taverniere la quantità di debiti che ha lasciati il sig. Falser.8 È una cosa davvero disgustosa, particolarm. considerando i denari dei pupilli etc.


1 Sebastian Winter, il domestico dei Mozart, che viaggiava con loro.
2 Letteralmente «con i piedi degli apostoli»; espressione ironica sinonimo di «a piedi».
3 A Wasserburg i Mozart alloggiarono alla locanda Zum Goldenen Stern.
4 La decisione unanime del consiglio.
5 Una sorta di mantello aperto sia davanti che dietro, noto anche come robe à la française, che veniva indossato sopra le crinoline; si vedano Cumming, The Dictionary of Fashion History, p. 279, e Neumann, Die Modeentwicklung in Régence und Rokoko, pp. 26-27. «Canefas» (così nell`originale) significa tela di sacco.
6 Nella Chiesa parrocchiale di San Giacomo.
7 Di norma significa «sul momento» ma in questo caso Leopold potrebbe averlo usato in maniera ironica per significare letteralmente «stando in piedi».
8 Non identificato.

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 49 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 16/10/2024.

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Monaco (Germania)   
Elettorato di Baviera - Sacro Romano Impero


I Mozart soggiornarono a Monaco dal 14 gennaio circa a metà-febbraio 1762, dal 12 al 22 giugno 1763 e dall`8 al 27 novembre 1766. Non si conoscono i dettagli del loro primo soggiorno, documentato solo dalle «reminiscenze» di Nannerl Mozart del 1792: «Quando [Wolfgang] aveva sei anni lui e suo padre fecero il loro primo viaggio a Monaco, dove entrambi i bambini suonarono davanti all`elettore (la famiglia Mozart era composta da padre, madre, figlio e figlia). Dopo aver trascorso lì tre settimane, tornarono a Salisburgo».1 Nel 1763 la famiglia alloggiò nella locanda Zum goldenen Hirsch, di proprietà di Johann Stürzer. Il 13 giugno Mozart e sua sorella suonarono davanti all`elettore Massimiliano III Giuseppe nel palazzo d`estate di Nymphenburg, alla periferia occidentale di Monaco, costruito nel 1663-1758, e dove si trovava anche il Badenburg, padiglione per i bagni costruito fra il 1718 e il 1722. Il 13 e 14 suonarono per il duca di Baviera Clemens Franz de Paula, e il 20 Nannerl si esibì ancora per Massimiliano III Giuseppe. Anche quando nel 1766 fecero ritorno a Monaco, alloggiando sempre alla Zum goldenen Hirsch, Mozart e la sorella suonarono nuovamente per lui (il 9 novembre). In quell`occasione, Mozart compose un brano, che ora sembra perduto, basato su una melodia cantata per lui dall`elettore. Bibl.: Münster, `Ich bin hier sehr beliebt.` Mozart und das kurfürstliche Bayern; Münster, `Ich würde München gewis Here machen:` Mozart und der kurfürstliche Hof zu München.



1 MDB, p. 455.