Lettere della famiglia Mozart

 178. Pietro Lugiati a Maria Anna Mozart
[Verona, 22 aprile 1770]

Madame,
Sino dai primi del presente anno ammirò questa nostra Città nella pregiatißma Persona del S.r Amadeo Volfango Mozart di Lei Figlio un portento, si può dire, di natura nella Musica giacchè l`Arte ancora non potea esercitare il suo Uffizio, se pure non auesse con questo prevenuta la tenera età sua.
Tra gli ammiratori io lo fui al certo, mentre qualche diletto auendomi sempre recato la Musica, e per quanto abbia ne miei viaggi di questa inteso, ne posso far quel giudizio, che spero non sia fallace; ma di sì raro e portentoso Giovane è certamente giustißimo, tanta auendone concepita stima, che lo feci al naturale ritrarre coll`iscrizione ricoppiata sul fine della Cantata -,
 1 che gli sarà gradevole di leggere.
La dolce sua effigie mi è di conforto, ed altresì di eccitamento a riprendere qualche fiata la Musica per quanto le pub.e e private occupazioni me lo permettono, non auendo però mai perdute le traccie del S.r Amadeo e S.r Leopoldo amabilißmo suo Padre, auendone da Mantova, Milano, ed ultimamente da Firenze avute con piacere notizie del loro stato, ed universale riportato applauso, come fra poco da Roma sarà per avere, dove alle più illustri persone li ho già diretti.
Io non faccio che risvegliare a Lei (o Madama) qual piacere provò quando ancor più tenero nelle prime Città d`Europa lo condusse seco colla portentosa Figlia, che fù il soggetto delle virtuose universali ammirazioni, come lo è Egli presentamente.
Quanto io stimi l`uno, e l`altra lo può da questa mia ritenere, ed in conseguenza quanto abbia in pregio i suoi Genitori, che con si attenta educazione coltivati abbiano si rari talenti, che loro poi recata auendo, si esuberante compiacenza, ancora universale ne apportarono al Mondo l`ammirazione.
Degni aggradire tai sentimenti, che nascono da buon animo, e da vera stima, giacchè a ciò fare mi somministra l`occasione l`adempire all`impegno contratto col Figlio di fargli tenere due pezzi di Musica,
 2 da lui veduti presso di me in què momenti, che soggiornò meco i quali ho io fatti ricopiare acciò li gradisca, e se ne serva pienamente. Questi li riceuerà col mezzo di questo Mercante S.r Soldini, che mi assicura di farglieli costà sicuramente parvenire, e che mi sarò grato auerne, a suo comodo, riscontro.
Finisco augurandole ogni magr. felicità, e così alla sua pregio.
ßma Famiglia, nel mentre con sincera divota stima mi dichiaro Di Madame
Verona 22 aprile 1770
Diuotmo. Obbligat.mo Servidore

Pietro Lugiati


1 Si veda la lettera 152. Non sono noti dettagli circa la citata «cantata».
2 Non identificati.

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 178 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 30/10/2024.

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Ritratto di/Portrait of Wolfgang Amadeus Mozart 1770 (1770)  

di Giambettino Cignaroli


Giambettino Cignaroli (?), Saverio dalla Rosa (?) o forse entrambi in collaborazione.
Olio su tela eseguito a Verona il 6-7 gennaio 1770, probabilmente con aggiunte più tarde. Collezione privata.

Leopold descrisse in parte l`origine e l`esecuzione di questo ritratto - commissionato da Pietro Lugiati - nella lettera (152 ) scritta da Verona a sua moglie il 7 gennaio 1770. La Gazzetta di Mantova del 12 gennaio pubblicò una recensione - datata 9 gennaio - del concerto dato da Wolfgang a Verona il 5, e nella quale si citava il ritratto: `. . . sì in questa, che in altre occasioni, esposto a` più ardui cimenti, gli ha tutti superati con indicibil valore, e quindi con universale ammirazione specialmente de` Dilettanti; tra` quali i Signori Lugiati, che, dopo aver goduti, e fatti ad altri godere più saggi maravigliosi dell`abilità di tal giovine, hanno infino voluto farlo ritrarre in tela al naturale, per serbarne eterna memoria` (MDB, p. 105).1 Lugiati stesso, in una lettera indirizzata alla madre di Wolfgang il 22 aprile 1770 (lettera 178 ), ricorda di aver fatto eseguire il ritratto.
Meno chiara è la sorte del ritratto dopo la morte di Lugiati nel 1788. Bauer-Deutsch (MBA, IV, p. 224) lo include fra i ritratti a cui si riferisce Constanze Mozart in una lettera a Breitkopf & Härtel del 30 gennaio 1799 - «Sono a conoscenza dell`esistenza di due ritratti di mio marito eseguiti en face...» - nonostante non ci siano documenti che confermino questa ipotesi; anzi, il fatto che il quadro sia verosimilmente rimasto in mani private a Verona e che sia rimasto sconosciuto per circa ottant`anni2 prima di essere reso pubblico, sembra contrastarla.
L`identità dell`artista è incerta. Si era tradizionalmente ipotizzato che si trattasse di Giambettino Cignaroli, il più importante pittore veronese del settecento,3 principalmente perché è il solo pittore citato da Leopold negli Appunti di viaggio da Verona: `Sgr: Cignarolli Pittore` (MBA, V, p. 220). Raffaello Brenzoni, tuttavia, suggerisce invece che possa essere stato eseguito dal nipote di Cignaroli Saverio Dalla Rosa, non solo per ragioni stilistiche, ma anche perché non è citato nel dettagliato elenco dei dipinti di Cignaroli inclusi nelle Memorie della vita di Giambettino Cignaroli di Ippolito Bevilacqua, che descrive nello specifico cinque quadri posseduti da Lugiati.4
Lo strumento ritratto nel quadro è un clavicembalo a tastiera singola di Giovanni Celestini (attivo dal 1587 al 1610), un costruttore di strumenti veneziano del Cinquecento (l`iscrizione recita: `Joannis Celestini Veneti MDLXIII`); è probabile che fosse fra gli strumenti di casa Lugiati5, anche se è altrettanto probabile che non si trattasse dello strumento per cui era stato scritto il pezzo sul leggìo - il Molto Allegro K72a. Daniel Heartz sottolinea come l`estensione dello strumento sembri andare fino al do alto (almeno secondo quanto è visibile nel dipinto), mentre il Molto Allegro sale al do diesis e al re.6 Non è nemmeno chiaro chi sia l`autore della musica: quanto si vede del manoscritto non include nessuna attribuzione. La cosa non sembrò costituire un problema per i primi studiosi del quadro: Sonnleither e Vogel notano solo la presenza di un brano di musica sul leggìo, senza occuparsi di chi può averlo scritto, mentre Wurzbach non lo cita nemmeno; Jahn dice solamente che il brano «può essere stato di qualche interesse relativo a Verona.»7
Il primo ad attribuire l`opera a Mozart fu Alfred Einstein, nella sua revisione del 1937 del catalogo Köchel. L`attribuzione di Einstein fu condivisa da Deutsch,8 ma non da studiosi successivi, o perlomeno non concordemente. Heartz fu il primo a ipotizzare che il brano possa non essere di Mozart ma di qualcun`altro, ampiamente seguito in questo da Wolfgang Plath, che ne curò l`edizione per la Neue Mozart-Ausgabe.9 Secondo Heartz e Plath, lo stile sarebbe atipico per Mozart,10 e Heartz ipotizza che possa essere opera di Baldassare Galuppi.
Tuttavia, due caratteristiche del quadro suggeriscono una relazione stretta fra il Molto Allegro e Mozart. La prima è che il pittore è stato chiaramente molto accurato nell`includere una versione leggibile dell`intero pezzo, nonostante il lato destro del manoscritto sia tagliato fuori dallo spigolo del quadro e della cornice: mentre «nella realtà» una parte della musica dovrebbe risultarne perduta, il dipinto è stato concepito in modo che la musica si distribuisca nello spazio disponibile senza perdita di testo.11 In secondo luogo, la scrittura manoscritta è atipica per l`Italia del tempo, e ricorda più da vicino la scrittura di Mozart. Questo potrebbe anche spiegare perché non esiste nessun autografo del K72a: è improbabile che un lavoro di questo livello di dettaglio possa essere stato completato nei soli due brevi momenti in cui Mozart posò il 6 e 7 gennaio. È quindi plausibile che il manoscritto sia stato lasciato a disposizione dell`artista perché potesse completare il lavoro. Del resto, non sarebbe stata la prima volta che i Mozart lasciavano sul cammino della musica autografa o la donavano a un protettore: a Londra, Leopold fece dono del motetto «God is our Refuge», K20 al British Museum.
Nonostante i già citati dettagli incoraggino a ritenere che il K72a sia opera di Mozart, non se ne ha comunque la certezza; già in altre occasioni Mozart aveva copiato opere di altri compositori senza riportare i loro nomi nel manoscritto, inclusi a solo titolo di esempio il salmo «De profundis clamavi» K93 (K6 Anh. A22) di Georg Reutter, e la Missa super cantum gregorianum K44 (K6 73u), di Johann Stadlmayr.12


L`iscrizione sul dipinto è del poeta ed erudito veronese Giuseppe Torelli (1721-1781), pronipote del compositore Giuseppe Torelli (1658-1709):

AMEDEO VOLFANGO MOZARTO SALISBVRGENSI
PVERO DVODENNI
IN ARTE MVSICA LAVDEM OMNEM FINDEMQ. PRAETERGRESSO
EOQ. NOMINE GALLORVM ANGLORUMQ. REGIBVS CARO
PETRVS LVIATVS HOSPITI SVAVISSIMO
EFFIGIEM IN DOMESTICO ODEO P[ONENDAM] C[RAVIT]
ANNO MDCCLXX13
Bibl.: Vogel, «Mozart-Portraits»; Deutsch, «Mozart Portraits»; Heartz, The Verona Portrait of Mozart and the Molto Allegro in G (KV 72a); Botteri Ottaviani, «In posa a Verona. Due ritratti di Giambettino e Giandomenico Cignaroli»; Botteri Ottaviani, «Ritratto di Wolfgang Amadeus Mozart 1769-1770: Giambettino Cignaroli? (Verona 1706-1770)»; Eisen, «Notes on the Verona portrait of Mozart and the Molto Allegro K72a».



1 Heartz, The Verona Portrait of Mozart and the Molto Allegro in G (KV 72a).
2 Sonnleithner, «Ein neu aufgefundenes Originalportrait Mozart`s», pp. 82-3.
3 Per notizie su Cignaroli, si vedano Bevilacqua, Memorie della vita di Giambettino Cignaroli eccellente dipinto veronese e Biadego, Di Giambettino Cignaroli pittore veronese: Notizie e documenti.
4 Brenzoni, «Das Veroneser Mozartbild und seine Zuweisung an den Maler Saverio dalla Rosa».
5 Su Celestini, si vedano Wraight, «Two Harpsichords by Giovanni Celestini»; Pilipczuk, «Zur Geschichte des fast 400 jährigen Celestini-Cembalos im Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg»; Beurmann e Pilipczuk, «Eine Rarität der Cembalobaukunst: das Virginal des Venetianers Celestini von 1594»; e Chinnery, «A Celestini harpsichord rediscovered».
6 Heartz, The Verona Portrait of Mozart and the Molto Allegro in G (KV 72a), p. 12.
7 Sonnleithner, «Ein neu aufgefundenes Originalportrait Mozart`s»; Wurzbach, Mozart-Buch, p. 182; Vogel, «Mozart-Portraits», p. 20; Jahn, Life of Mozart, III, p. 412.
8 Deutsch, Mozart und seine Welt in zeitgenössischen Bildern, p. 298.
9 Plath, NMA IX/27/2: Einzelstücke für Klavier, pp. xxviii-xxix.
10 Heartz, The Verona Portrait, pp. 16-17.
11 Sono grato a Robert Levin per avere attirato la mia attenzione su questo aspetto del ritratto.
12 Si vedano Pfannhauser, «Mozart hat kopiert!» e Hintermaier, «Zur Urheberschaft des Introitus `Cibavit eos` KV 44 (73u). Mozarts mißglückter Transkriptionsversuch einer mensural notierten Musik».
13 Per Amadeus Wolfang Mozart di Salisburgo / ragazzo di dodici anni [sic] / alla cui musica nessuna lode può rendere giustizia / e che quindi fu onorato dai sovrani di Francia e Inghilterra / Pietro Lugiati fece eseguire un ritratto / di questo suo ospite di grande fascino / nell`anno 1770.