Lettere della famiglia Mozart

 258. LEOPOLD MOZART ALLA MOGLIE, SALISBURGO

Milano, 30 nov. [1771]

Non avrei mai pensato di essere ancora a Milano in questo momento; ma certe circostanze mi hanno ancora trattenuto e comunque ora a Salisb. è il periodo dell`Avvento e non ci sono quindi concerti a corte, e resta comunque sempre il fatto che vi arriverò entro la prima metà di dicembre: anzi, se parto da qui il 2 o il 3 di dicembre posso, con l`aiuto di Dio, giungere comodamente a Salisb. per il 9 o il 10. Siamo, grazie a Dio, in salute, e questa è la notizia migliore che posso scriverti, sebbene qui faccia un freddo davvero fuori dell`ordinario e ci sia un tempo bellissimo. Troverò la tua lettera a Verona, sempre che tu abbia ancora scritto. Ché ora non devi sicuramente più scrivere. Nella speranza di vedervi presto, vi baciamo 10 000 000 di volte e sono il tuo vecchio
Mozart

I nostri omaggi a tutti i buoni amici e
alle amiche.
Omaggi da Mad.me D`Asti, i due sigg. Troger,1 il sig. cameriere personale dell`Arciduca sig. von Voggen, il sig. tesoriere v. Mayr, il sig. cassiere de Chiusolis etc.

MOZART ALLA SORELLA


Scrivo queste due righe perché non pensiate che io sia ammalato. Statemi bene. Bacio la mano alla mamma. I miei omaggi a tutti i buoni amici. Ho visto impiccare 4 tizi sulla piazza del Duomo. Qui impiccano come a Lione.2


1 Leopold Ernst e Joseph Troger.
2 I Mozart erano stati a Lione fra il 26 luglio e il 29 agosto 1766; le loro lettere dell`epoca non citano impiccagioni. Per le impiccagioni di Milano invece si veda Giambattista Borrani, Diario dell`anno 1771.


Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 258 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 12/10/2024.

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Diario dell`anno 1771, 1771/11/25  

Autore/i: Giambattista Borrani

In: Diario/Diary


A 25 [novembre]. quattro ladri rei di varie rubberie alla strada commesse in Ottobre, e Novembre, cioè Gio.° Beverina, detto il Sartorello, di Vedano, Ducato; Antonio Volli, detto il Soldato, Milanese; Gianant.° Corbelli, d.° il Bosinetto, di Alzate, Ducato; Gius.e Giassano (o Grassano, o Grassaro), d.° il Legnameraccio, Milanese furono strascinati a coda di cavallo alla Piazza Magg.e, ed ivi appiccati. I lor cadaveri poi restarono per tutto quel giorno sul patibolo; quindi dal carnefice furono tradotti, ed appesi alle Piante nei luoghi, come siegue [sic], cioè: Quello del Beverina fuori di P. Rom.a [Porta Romana] presso S. Giuliano Quello del Volli sulla med.a strada al Vallone; Quello del Corbelli fuori di P. Vig.a [Porta Vigentina] presso la Pieve; Quello del Giassani [sic] fuori di P. Tosa [Porta Tosa] fra Canzo e Mezz.e Di più un loro compagno, ma di età non ancora sufficiente per la sentenza di morte fu condotto al luogo del supplizio, ed ivi tenuto presente alla detta esecuzuione, quindi condannato alla Galera per tutto il tempo di sua vita.1





1 Biblioteca Ambrosiana Milano, MS n.30 Fondo Sussidio, f. 328.