Lettere della famiglia Mozart

 139. `SPECIES FACTI` DI LEOPOLD MOZART
[Vienna, non più tardi del 21 settembre 1768]1
Species facti
Dopo che molti aristocratici della città si erano persuasi dello straordinario talento di mio figlio, sia grazie alle notizie provenienti dall`estero che tramite verifiche personali2 e prove cui il bambino è stato sottoposto, si è generalmente ritenuto che uno degli eventi più mirabili di questo e dei tempi andati sarebbe stato che un fanciullo di 12 anni scrivesse un`Opera e la dirigesse lui stesso. Un dotto scritto proveniente da Parigi ha rafforzato quest`opinione, perché, dopo una circostanziata descrizione del genio di mio figlio, affermava: non vi é dubbio alcuno che questo fanciullo, all`età di 12 anni, scriverà un`Opera per questo o quel teatro d`Italia;3 e tutti pensarono che un tedesco dovesse riservare una simile gloria solo alla propria patria. Fui dunque unanimemente esortato in questo senso; seguii il richiamo generale, e il ministro oland. signor conte von Degenfeld fu il primo a farne proposta all`impresario teatrale Affligio; e questo perché le capacità del fanciullo gli erano già note a sufficienza dall`Olanda.4 Il cantante Carattoli fu il secondo a presentare la proposta ad Affligio; e l`affare venne concluso con l`impresario davanti al regio dottor Laugier, alla presenza del giovane barone van Swieten e dei due cantanti Carattoli e Caribali, tanto più che tutti, ma in particolare i 2 cantanti, affermarono con convinzione che il prodigio non comune di una musica, foss`anche ordinaria, scritta da un fanciullo così giovane e anche solo il fatto di poter vedere questo bambino dirigere nella buca il suo lavoro alla tastiera, avrebbe trascinato tutta la città a teatro. Accettai dunque che mio figlio si impegnasse nella composizione.
Non appena fu terminato il primo atto, pregai il Carattoli di ascoltarlo e giudicarlo affinché mi rassicurasse. Egli venne, e la sua meraviglia fu tale che ricomparve da me il giorno dopo, portando con sé il Caribaldi. Caribaldi, non meno stupito, un paio di giorni dopo portò da me il Poggi. Tutti mostrarono un apprezzamento così smisurato che, alle mie ripetute domande: se davvero credevano che fosse buona? - se ritenevano che dovesse proseguire? - - si indispettirono per la mia titubanza e più volte esclamarono animatamente: cosa? - - come? questo è un portento! questo opera andera alle stelle! è una meraviglia! - non dubiti, che scrivi avanti! - &c. 5 e molte altre espressioni del genere. Carattoli mi disse lo stesso, in confidenza, nel proprio alloggio.
Rassicurato dall`approvazione dei cantanti sul fatto di aver conseguito il risultato desiderato, feci proseguire mio figlio nel lavoro; ma pregai anche il regio dottor Laugier di definire a mio nome la questione del pagamento con l`impresario. Cosa che avvenne; e Affligio promise 100 ducati. Per abbreviare il mio costoso soggiorno a Vienna, richiesi allora che l`Opera venisse messa in scena ancor prima della partenza di Sua Maestà per l`Ungheria;6 ma alcune modifiche che il poeta doveva apportare al testo rallentarono la composizione; e Affligio dichiarò che voleva farla rappresentare al ritorno di Sua Maestà.
L`opera era ormai pronta da alcune settimane. Si cominciò a copiarla; e il primo atto, e subito dopo anche il secondo, venne distribuito ai cantanti: nel frattempo, in diverse occasioni, mio figlio eseguì per la nobiltà l`una o l`altra aria alla tastiera, e persino il Finale del primo atto, e tutti la ammirarono, come vide e sentì lo stesso Affligio presso il principe von Kauniz. A questo punto avrebbero dovuto avere inizio le prove.
Ma, - come avrei mai potuto immaginarlo! Qui ebbero anche inizio le persecuzioni contro mio figlio.
Accade assai raramente che un`Opera vada interamente bene fin dalla prima prova e non debba subire qua e là alcuna modifica. Proprio per questo motivo si usa provare dapprincipio solo con la tastiera, e mai con tutti gli strumenti, fintantoché i cantanti non abbiano ben studiato le loro parti e in particolare i finali.
Ma qui avvenne esattamente il contrario. Le parti non erano state ancora studiate a sufficienza, non aveva avuto luogo alcuna prova dei cantanti accompagnati dalla tastiera né vi era stata una prova d`insieme del finale, e tuttavia venne fatta la prova del primo atto con tutta l`orchestra, col solo intento di dare, fin dall`inizio, una cattiva impressione e un sentimento di confusione. Nessuno che vi abbia assistito la potrebbe chiamare una prova senza arrossire; e non voglio ricordare il comportamento freddo di certuni, ai quali la coscienza non potrà che rimordere. Che Iddio possa perdonarli.
Dopo la prova Affligio mi disse che andava bene; ma che, essendo l`uno o l`altro passaggio troppo acuti, era necessario apportare alcune modifiche qua e là: dovevo solo parlarne con i cantanti; e, giacché Sua Maestà si sarebbe già trovata in città nel giro di 12 giorni, egli voleva rappresentare l`Opera entro 4, o al massimo 6 settimane, così da avere tempo di mettere tutto in ordine. Non avrei avuto assolutamente nulla da ridire al riguardo; egli era un uomo di parola e avrebbe mantenuto tutte le promesse; non si trattava di niente di nuovo e insolito; anche in altre opere venivano apportati cambiamenti etc. etc.
Vennero quindi fatte le modifiche richieste dai cantanti e vennero scritte due nuove arie per il primo atto:7 nel frattempo però in teatro si rappresentava la Caschina.8 La data concordata era già passata e io sentii dire che Affligio aveva ancora una volta distribuito le parti di un`altra opera. Correva perfino voce che egli non avrebbe affatto messo l`Opera in scena e che aveva fatto capire che i cantanti non potevano cantarla: quegli stessi che prima non solo l`avevano definita buona, ma l`avevano addirittura portata alle stelle.
Per mettermi nuovamente al riparo da tutte queste chiacchiere, mio figlio dovette suonare tutta l`Opera alla tastiera in casa del giovane barone van Swieten, alla presenza del sig. conte von Spork, del Duca de Braganza e di altri conoscitori della musica; tutti furono molto sorpresi dai pretesti addotti da Affligio e dai cantanti; furono assai commossi e affermarono all`unanimità che pretesti così poco cristiani, falsi e malvagi non erano comprensibili; che essi preferivano quest`Opera a parecchie opere italiane e che invece di incoraggiare questo talento divino, era stata ordita una qualche cabala, che mirava palesemente solo a sbarrare all`innocente fanciullo la meritata via dell`onore e della felicità.
Mi recai dall`impresario per sapere come stessero veramente le cose. Questi mi disse: di non essere mai stato contrario a mettere in scena l`Opera; che io non potevo però biasimarlo se egli curava il proprio interesse; gli avevano manifestato alcuni dubbi sul fatto che forse l`opera non avrebbe incontrato il favore del pubblico; aveva la Caschina e ora voleva far provare anche la Buona figliuola,9 ma subito dopo avrebbe messo in scena l`opera del fanciullo: se essa non avesse però avuto il successo che lui si augurava, egli avrebbe perlomeno avuto a disposizione 2 altre opere. Gli ricordai il mio già lungo soggiorno e la necessità di prolungarlo. Egli replicò: E ché! 8 giorni in più o in meno, la faccio rappresentare subito dopo. E così rimanemmo. Le arie del Carattoli furono modificate; con Caribaldi fu tutto sistemato; lo stesso con Poggi e Laschi etc.10 soprattutto, ciascuno di loro mi diede più volte assicurazione di non aver nulla da eccepire; che tutto dipendeva unicamente da Affligio. Nel frattempo trascorse più di un mese. Il copista mi disse di non avere ancora ricevuto alcun ordine di trascrivere le arie modificate; e, avendo appreso alla prova generale della Buona figliola che Affligio voleva far rappresentare ancora un`altra opera, gliene chiesi direttamente ragione. E allora, in presenza mia e del poeta Coltellini, egli diede ordine al copista che il tutto venisse distribuito entro due giorni e che l`opera dovesse essere provata con l`orchestra entro due settimane, al più tardi.
Ma i nemici del povero bambino (chiunque essi siano) mandarono di nuovo tutto all`aria. Il giorno stesso il copista ebbe ordine di sospendere il lavoro: e pochi giorni dopo venni a sapere che Affligio aveva deciso di non rappresentare affatto in teatro l`opera del fanciullo. Volendo avere certezza della cosa, andai da lui, che mi rispose così: Aveva convocato i cantanti, essi avevano sì riconosciuto che l`opera era composta in modo incomparabile, ma dicevano che mancava di senso teatrale, e quindi non potevano eseguirla. Questo discorso mi risultò in tutto e del tutto oscuro. I cantanti potevano davvero, senza arrossire di vergogna, azzardarsi a disprezzare quello che prima avevano portato alle stelle, ciò per la cui realizzazione essi stessi avevano incoraggiato il fanciullo, e che essi stessi avevano elogiato ad Affligio? - - Gli replicai: non poteva pretendere che il fanciullo si assumesse invano la gran fatica di scrivere un`opera. Gli rammentai i nostri accordi; gli feci capire che aveva tirato per le lunghe per quattro mesi, facendoci spendere più di 160 ducati. Gli rammentai il tempo che avevo sprecato e gli assicurai che avrei preteso da lui tanto i 100 ducati, su cui si era accordato con il regio dottor Laugier, quanto le rimanenti spese derivate da tutto questo.
A questa mia ragionevole richiesta egli diede una risposta astrusa che tradì l`impaccio con cui cercava, non so come, di cavarsi dalla faccenda, e alla fine mi congedò con queste infami e fredde parole: se volevo che mio figlio si prostituisse, egli avrebbe fatto sì che l`opera venisse derisa e fischiata. Coltellini udì ogni cosa. Questa sarebbe dunque la ricompensa offerta a mio figlio per il suo grande sforzo di scrivere un`opera (il cui originale ammonta a 558 pagine), per il tempo perduto e per le spese sostenute? - - E infine, che ne è di ciò che più mi sta a cuore, cioè l`onore e la reputazione di mio figlio, dal momento che io non mi arrischio più a insistere sulla messa in scena dell`opera, visto che mi è stato fatto comprendere con bastante chiarezza che ci si darebbe ogni pena per eseguirla nel modo peggiore? Dal momento che, per di più, si afferma ora che la composizione sia ineseguibile, ora che manchi di senso teatrale, ora che non segua il testo, ora che egli non sarebbe stato capace di scrivere una musica del genere e quant`altre simili insulse e in sé contraddittorie chiacchiere, che comunque, a disdoro dei denigratori invidiosi e calunniatori, si dissolverebbero tutte come fumo nell`aria davanti a un attento esame delle capacità musicali di mio figlio,11 ed è proprio quello che chiedo urgentemente e molto umilmente alla Vostra Maestà a difesa del suo onore, un esame che convincerebbe chiunque che tutto questo intrigo è unicamente rivolto a far sì che una creatura innocente, cui Dio ha concesso un talento straordinario e che altre Nazioni hanno ammirato e incoraggiato, sia calpestata e resa infelice nella capitale della sua patria tedesca.


1 Questa petizione fu consegnata a Giuseppe II il 21 settembre; si veda la lettera 141 .
2 Si veda la lettera 135 .
3 Leopold allude a un articolo della Correspondance littéraire di Friedrich Melchior Grimm del 15 luglio 1766: «(...) Ha anche scritto numerose arie italiane, e ho ben pochi dubbi che prima di arrivare all`età di 12 anni sarà già riuscito a far rappresentare una sua opera in qualche teatro italiano.»
4 Non ci sono documenti che attestino contatti fra Degenfeld e Affligio, e Degenfeld non è citato negli appunti di viaggio di Leopold né in alcuna delle sue lettere dai Paesi Bassi.
5 In originale in italiano.
6 Prima del 17 aprile; si veda la lettera 129 .
7 La n. 5, «Guarda la donna in viso» (per Filippo Laschi come Fracasso), e probabilmente la n. 8, «Ella vuole ed io vorrei» (per Francesco Carattoli come Don Cassandro); si veda il commento critico di NMA 11/5/2: La finta semplice, b/8.
8 La Cecchina ossia la buona figliuola (Roma, 6 febbraio 1760) fu allestita per la prima volta a Vienna il 19 maggio 1764 e ripresa nell`estate del 1768.
9 La buona figliuola maritata di Niccolò Piccinni, su libretto di Carlo Goldoni, che aveva debuttato a Bologna il 10 giugno 1761.
10 Francesco Carattoli doveva sostenere il ruolo di Don Cassandro; le sue arie erano la n. 4 («Non c`è al mondo altro che donne»), n. 8 («Ella vuole ed io vorrei») e n. 16 («Ubbriaco non son io, non, nò»). Per Domenico Poggi era invece previsto il ruolo di Simone; le sue arie erano la n. 13 («Con certe persone») e n. 22 («Vieni, vieni, o mia Ninetta»). Infine a Filippo Laschi era destinato il ruolo di Fracasso; le sue arie erano la n. 5 («Guarda la donna in viso»), 20 («In voi belle è leggiadria») e 25 («Nelle guerre d`amore»). Per una visione più generale, si veda nuovamente l`apparato critico di NMA 11/5/2: La finta semplice.
11 Dal conte Johann Wenzel Sporck; si veda la lettera 141 .

Si prega di utilizzare il seguente riferimento quando viene citato questo sito:
Eisen, Cliff e Rebulla, Patrizia Lettere della famiglia Mozart, lettera 139 <https://www.mozartiana.org> v. 1.107, pubblicato da Il Saggiatore, 2022. Consultato il 01/06/2024.

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